Classe prima

 

Carissimi,

Il primo anno di Liceo è un passaggio fondamentale nello sviluppo di una persona. Vi aspetta un compito delicato e profondo che richiede impegno e attenzione. Ciò che voi sarete e farete nella società, nella famiglia, nel lavoro (ma anche nella vita privata, esistenziale, affettiva, relazionale) … in pratica CHI diventerete nella vostra vita, dipende molto da quest’anno scolastico.

Per cominciare non è un anno come tutti gli altri: l’esperienza fatta nelle scuole precedenti - senz’altro preziosa - va superata, rielaborata, oserei dire dimenticata: lasciatevi sorprendere in quest’anno con la curiosità adatta ad un cambiamento globale.

Quest’anno avete tre incarichi da realizzare:

Capire come e perché studiare

Organizzare il lavoro in maniera autonoma e personale

Entrare nel mondo della scuola da protagonista attivo e propositivo

Per la prima volta nella scuola italiana non siete solo i figli dei vostri genitori, ma avete uno status giuridico autonomo. Cominciate a decidere in prima persona, a partecipare alle decisioni, a votare, ma anche a rispondere delle vostre scelte. Non vi nego che questa situazione ha anche dei lati negativi: la percentuale dei respinti alle scuole elementari è dell’ 1%; in terza media arriva al 3%. In prima superiore raggiunge il 32%. Le cose si fanno serie ed importanti, ma sono certo che questo non vi spaventa…

Non abbiamo nessuna intenzione di spingervi a studiare con minacce e rimproveri. Studiare non è un obbligo, ma un’opportunità: è come allenarsi, come esercitarsi a suonare uno strumento, come andare al cinema: puoi anche non farlo, ma i risultati saranno scarsi, nella vita come sulla pagella.

Forse avete sempre pensato che i compiti a casa siano inutili e fastidiosi. Bene: al Leonardo da Vinci non dovete “fare i compiti”, ma studiare, cioè lavorare autonomamente per imparare a pensare, per costruire pensieri nuovi e personali. Certo, soprattutto i primi anni gli insegnanti daranno indicazioni, esercizi, compiti, per guidarvi nella scoperta, ma questo è solo la punta dell’iceberg. Non dovrete solo scrivere un quaderno o fare una ricerca, ma soprattutto costruire dentro di voi un modello di mondo, un universo mentale che vi accompagnerà per tutta la vita. Non si studia per accontentare i professori (o i genitori) o per prendere un bel voto (questo lo fanno i bambini): si studia per costruire se stesso, ciò che farai, quello che diventerai, i risultati che otterrai, l’impronta che lascerai in questo nostro mondo.

Molti chiedono: “a che serve il latino, la matematica,  ecc. ?” Le cosiddette “materie” sono strumenti perfezionati nel corso dei secoli per costruire, rafforzare, perfezionare le nostre menti. Farò un paragone un po’ semplificato, è come se chi entri in una palestra non voglia fare esercizi col bilanciere, dicendo “a che serve il bilanciere? Nella vita non mi capita mai di incontrare un bilanciere” allora l’allenatore gli spiegherebbe pazientemente che il bilanciere è uno strumento perfezionato nel corso degli anni per far crescere i muscoli delle braccia e del petto; in palestra usi il bilanciere, crescono i muscoli, così nella vita li usi come vuoi, per scaricare casse al mercato o giocare a tennis. A scuola è un po’ la stessa cosa: le discipline scolastiche sono state rielaborate nel corso di secoli per far crescere la mente in tutti i suoi aspetti. A scuola (e a casa) si lavora per far crescere e sviluppare una mente acuta, robusta, brillante e creativa: nella vita poi la userai per tutto: nel lavoro, nel divertimento, nelle relazioni, nelle scelte esistenziali.

Come devi studiare? Non devi fare i compiti, non devi studiare solo per farti interrogare. Sarebbe come se un calciatore si allenasse solo prima della gara. Invece l’allenamento più duro è in Agosto, quando il campionato è lontano. Bisogna studiare sempre, ogni giorno, con costanza. Comincia subito, dai primi giorni di scuola, e più avanti avrai buoni risultati e avrai tempo di fare tutto ciò che ti interessa. Il Liceo è impegnativo, ma non impossibile, va affrontato con volontà, impegno, ma soprattutto intelligenza, bisogna programmare le attività e i carichi di lavoro. Ti accorgerai di quanto questo sia utile nella vita frenetica di oggi.

Non vogliamo studenti che sappiano fare solo una cosa, la vita è lunga e oltre a studiare, devi trovare il tempo per fare tante altre attività, ma lo studio oggi è la parte più importante di te, del tuo presente e del tuo futuro. Non ti servirà domani, ti costruisce oggi! Non ti servirà per lavorare, migliora oggi tutta la tua vita.

Decidi qual è la tua soglia di studio giornaliera. In genere si comincia con tre ore al giorno. Decidi settimanalmente le ore in cui puoi e vuoi studiare… ad esempio il lunedì dalle 15 alle 18, il martedì ho pallavolo e quindi studio dalle 18 alle 21. Il mercoledì esco quindi studio dalle 14.30 alle 16.00 e poi dalle 21.30 alle 23.00. Puoi fare un programma fisso, che modifichi ogni tanto, oppure un programma nuovo ogni settimana. Ma non è possibile studiare e lavorare bene senza una pianificazione.

Quando è l’ora decisa per studiare, non prendere scuse, non tardare; la volontà è la parte più difficile da allenare e non possiamo diventare “bambini viziati” o “figli di papà”. La sofferenza legata allo studio è ben pagata dai miglioramenti che ci porta: quando ci alzeremo dalla sedia saremo migliori di quando ci siamo seduti.

Quando inizi a studiare spegni tutto, computer, cellulare, radio, TV, ecc. Studia per 20 minuti –intensamente- e poi fai una pausa di 5’ in cui rispondi ai messaggi, vai su facebook, ecc. Poi ricomincia per altri 20; così via fino al tempo fissato nel programma. Se non hai finito tutto… pazienza.

Non serve fare (o copiare) gli esercizi se non hai capito a cosa servono, le regole che li guidano, gli scopi che realizzano. Teoria e prassi vanno insieme. Se non riesci a fare un esercizio, riprova di nuovo. Se non riesci ancora non copiarlo, ma dillo all’insegnante: si impara più dai nostri errori che dai nostri successi.

Se non hai nulla assegnato per il giorno dopo, anticipati qualcosa, controlla ciò che avete fatto a scuola, inventati qualcosa di bello e creativo (scrivi una poesia, fai un PowerPoint o un video col cellulare sugli argomenti svolti). Ma non rinunciare al tuo tempo di lavoro. Sarebbe come andare in palestra a chiacchierare, o come andare al cinema per dormire. Quelle ore sono per te, per la tua mente, per la tua vita. Se le butti non le recupererai più.

Manca un’ultima cosa: come ci si comporta a scuola? I bambini eseguono degli ordini… voi cominciate ad essere grandi (speriamo) per cui siete parte della nostra comunità, del nostro villaggio. È vero, a scuola ci sono delle regole, ma sono criteri per vivere meglio e non ordini a cui obbedire. Sono come le regole del codice della strada… se non si sapesse che è meglio circolare a destra, quanti incidenti frontali, quanti morti e quanta paura! Le regole non sono fatte dal preside o dai professori, sono fatte dal Consiglio d’Istituto in cui ci sono anche gli studenti. Per un adulto (studente adulto) vale questa massima: “se una regola è sbagliata la cambiamo, se una regola è giusta la rispettiamo”. In una società come la scuola il benessere di ognuno dipende dal rispetto di tutti, il “bambinone” che fa quello che vuole, senza rispettare regole e persone, non fa un dispetto ai professori, ma toglie qualcosa a tutti.

Cerchiamo di avere una scuola bella, pulita, organizzata, dinamica, creativa, produttiva… perché? Qual è lo scopo di tutto questo? L’unico scopo siete voi, la vostra vita, la vostra felicità. Vorremmo farvi vivere in un ambiente sereno, allegro, piacevole e positivo; vorremmo aiutarvi a diventare persone grandi, capaci, creative, socievoli. Non vi interessa questo? Cambiate scuola. Vi interessa? Aiutateci. Se ha senso una scuola pulita, non sporcatela. Se vi interessa una scuola bella, non deturpatela. Se vi aiuta una scuola razionale, non fate cose insensate. Se vi piace una scuola creativa non smettete mai di riflettere e di pensare.

Bene, tante cose le capiremo strada facendo. Dobbiamo conoscerci, rispettarci, stimarci a vicenda. La scuola non è un parcheggio o un carcere, è una nave dove ognuno ha un compito importante. Buon viaggio a tutti!  

                                                                                                                         

 

                                                                                                                              Il Dirigente Scolastico

                                                                                                                              Giuliano Bocchia

 

 

 

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