Classe quinta

Carissimi,

ci siamo! Siete all’ultimo atto, siete in quinta: non è un anno facile, ma non è un anno brutto.Siete i più grandi della scuola e la prima cosa a cui dovete riflettere è “cosa vuol dire essere grandi”. Non vuol dire fare quello che volete o poter trasgredire le regole, altrimenti questo dovrebbe valere anche per i docenti, e non è così. Essere grandi vuol dire assumersi le proprie responsabilità. L’adolescenza infatti è l’età in cui si può sbagliare senza pagare, fino a un certo punto ovviamente, sapendo che altri rimedieranno… forse è ancora così, ma è giunto il momento di vivere in prima persona. A scuola vuol dire “metterci la faccia”, non nascondersi dietro a una bugia o un’assenza strategica, non ricorrere a mamma e papà, ma trattare da adulti con gli adulti, bilanciando diritti e doveri, senza fughe o scappatoie. Questo davvero ci prepara ad entrare nel mondo universitario o del lavoro.

Vi invito dunque a non vivere quest’anno da caimani, come l’anello più alto della catena alimentare scolastica, facendo solo quello che volete. Siete i primogeniti di una famiglia e ci aspettiamo molto da voi, il vostro esempio vale più di tante chiacchiere degli adulti.

Ci sono altri due rischi che si possono correre in quinto. Il primo è studiare per l’esame. Giustamente la verifica finale di un lungo periodo assume un alto valore simbolico, ma non è tutto: è solo una misurazione, abbastanza frettolosa. Il voto dell’esame difficilmente corrisponderà esattamente a voi, potrà essere più alto o più basso, sarà frutto del caso e delle circostanze, dei membri della commissione e del vostro stato di forma. Ciò che conta veramente è quanto siete cresciuti in questi cinque anni, quanto vi siete costruiti internamente, quanto siete pronti ad entrare nella vita.

Il secondo rischio è passare quest’anno in apnea, cioè aspettando che finisca, come un’inutile parentesi tra voi e la vita. Non è così: può essere un anno importante, anche entusiasmante. Certo, forse siete già pronti per l’università, forse già sapete cosa fare della vostra vita… a maggior ragione potete utlizare proficuamente quest’ultimo periodo di scuola. Se potessimo pesare i risultati ottenuti, ques’ultimo anno peserebbe come tutti gli altri quattro insieme, perché partite da un “campo base” alto e ben attrezzato e potete raggiungere le vette più alte.

Avete due incarichi da realizzare:

Collegare le discipline tra di loro

Collegare lo studio alla vostra vita

Non si studia passivamente – ormai lo sapete – non si impara ripetendo ciò che dicono gli altri. Occorre fare domande alle discipline di studio, occorre fare quelle domande che più vi premono. Non domande da bambini, ma interrogativi profondi: cos’è la vita, un caso un progetto, una scintilla? Quanta parte della realtà possiamo conoscere? Dove nasce l’energia che muove il mondo e come la usa l’uomo? Esiste una verità o tutto è relativo? È possibile essere felici? Il bene è realizzabile, è vantaggioso? La giustizia abita la storia o ne è travolta? Ci può essere pace senza giustizia? Cosa è l’uomo?

Queste sono solo alcune delle mille domande che è giusto che vi assalgano… non c’è risposta a questo su wikipedia, nessuno può insegnarle, bisogna ricercare insieme.Andiamo al profondo di noi stessi, studiamo ricercando noi stessi e ricomponendo i frammenti della nostra vita, allora quest’ultimo anno sarà davvero il trampolino per entrare in un mondo adulto che attende con ansia il vostro irripetibile contributo.

                                                                                                                    Il Dirigente Scolastico

                                                                                                                    Giuliano Bocchia

Lettera QUINTA.pdf